ingranaggi.jpeg
ingranaggi.jpeg
ingranaggi.jpeg
ingranaggi.jpeg
ingranaggi.jpeg
logo-arkhi
img_e0196.jpeg
logo auto-pedia.jpeg
logo auto-pedia.jpeg
logo-arkhi
logo-arkhi
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia
titoloenciclopedia

ACOSTA Hector Ramon

argentina.jpeg
acosta hector ramon 1.jpeg

Héctor Ramón Acosta, noto come “Cano-Acosta”, è stato un pilota automobilistico e rinomato giornalista sportivo argentino, le cui gesta nel mondo delle competizioni automobilistiche restano un capitolo significativo nella storia del motorsport sudamericano. Nato nel 1943 a Córdoba, Acosta ha vissuto una carriera costellata di successi e sfide che lo hanno reso una figura emblematica nel suo ambito di competenza. L'appellativo “El Vívor”o, che ricorda un serpente astuto e veloce, rifletteva bene le sue abilità e il suo stile di guida.

Nel mondo del motorsport, Acosta ha cominciato a farsi un nome alla fine degli anni '60, quando ha iniziato a gareggiare con il Renault 1093 prima di avventurarsi in categorie più complesse con veicoli come il Peugeot 504 e il Renault 12. Uno dei momenti più salienti della sua carriera è rappresentato dalla vittoria nel Gran Premio di Patagonia del 1969. In coppia con José Cano al volante di una Renault 1093, Acosta ha dimostrato una padronanza tecnica e una destrezza che gli hanno permesso di emergere in una competizione notoriamente difficile. Questo risultato ha cementato la sua reputazione come uno dei piloti più promettenti della sua generazione.

Proseguendo negli anni '70, Acosta ha partecipato a varie competizioni di rilievo. Durante l'infuocata gara delle 20 Ore dell'Autodromo di Buenos Aires nel 1972, è riuscito a classificarsi sesto assieme a José Cano a bordo di un Peugeot 504. Quella competizione era caratterizzata da una resistenza fisica e mentale estrema, e l'abilità di Acosta di mantenere una performance costante fu notevole. Successivamente, nel 1973, Acosta ha partecipato al Gran Premio della Montagna, piazzandosi al nono posto con un Renault 12, un risultato rispettabile che ha messo nuovamente in evidenza la sua capacità di rendere al meglio con veicoli e situazioni diverse.

Il suo amore per la guida lo ha portato a continuare a competere, e nel 1975 partecipò al Gran Premio di Turismo Nacional (TN), classificandosi venticinquesimo. Nonostante non fosse un risultato straordinario, Acosta ha sempre mostrato una dedizione e una passione ineguagliabili per il motorsport. L'eccezionale terzo posto al Rally Gran Premio America del Sud nel 1978, dove gareggiava assieme a José Cano e L. Echenique su una Renault 12, dimostra ulteriormente la sua abilità di eccellere in lunghe distanze e gare complesse.

Parallelamente alla sua carriera di pilota, Acosta si è distinto come giornalista sportivo, con una particolare attenzione alla Formula 1, attraverso il suo lavoro presso ATC (Argentina Televisora Color). In qualità di giornalista, si è dimostrato un incisivo cronista e un analista perspicace ovvero capace di tradurre la complessità delle gare in analisi comprensibili per il pubblico argentino. La sua conoscenza profonda dei meccanismi e delle strategie del motorsport ha reso il suo contributo estremamente prezioso, non solo informando, ma anche intrattenendo e istruendo il pubblico sugli aspetti più tecnici e tattici delle corse automobilistiche.

La vita di Héctor Ramón Acosta si è spenta il 15 novembre 2004, ma la sua eredità nel mondo del motorsport argentino continua a vivere. Ricordato per il suo spirito combattivo e il suo ineguagliabile contributo alla cultura automobilistica, Acosta lascia un'impronta indelebile sia come pilota che come giornalista. Con il suo soprannome iconico, “El Vívor”, si è guadagnato un posto nel cuore degli appassionati di automobilismo, rappresentando un modello di competenza e passione. La sua carriera racconta una storia di determinazione, resilienza e una passione immensa per il mondo delle corse, ispirando così le future generazioni di piloti e giornalisti sportivi.