Accumulatore al piombo
Detto comunemente batteria, è il magazzino dell'energia elettrica generata dall'alternatore, ed è indispensabile per consentire l'avviamento del propulsore con il motorino elettrico e alimentare l'impianto a motore spento.
L'attitudine all'avviamento determina in buona parte il dimensionamento dell'accumulatore, poiché anche alle basse temperature, quando la sua efficienza è ridotta, esso deve poter erogare una corrente abbastanza elevata da far girare il motore e mantenere una tensione elettrica sufficiente a garantire il corretto funzionamento delle centraline elettroniche, per l’iniezione e l’accensione.
I materiali attivi in una batteria sono gli ossidi di piombo (Pb02) sulle piastre positive, il piombo (Pb) molto poroso sulle piastre negative e l'acido solforico diluito (H2SO), in funzione di elettrolita.
ln condizioni di riposo, la tensione di una cella di batteria è di circa 2 V, cresce durante la ricarica e diminuisce durante la scarica (per ottenere un accumulatore da 12 V occorre quindi collegare in serie sei celle).
Se la tensione di ricarica continua ad essere applicata anche quando l'accumulatore è ormai carico, si ha l'elettrolisi della sola acqua con la produzione di ossigeno al polo positivo e di idrogeno al polo negativo.
Questa miscela di gas può essere esplosiva, perciò la ricarica deve avvenire in zone ventilate.
La densità dell'elettrolita è un valido indice dello stato di carica della batteria.
lnfatti, quanto più la batteria è scarica, tanto meno denso è l'elettrolita (e di conseguenza aumenta la sua temperatura di congelamento).
Un accumulatore standard carico ha l'elettrolita con densità di 1,28 kg/l (e temperatura di congelamento di -68°C), quello carico al 50% ha densità di 1,18 kg/l (-20°C), mentre l'elettrolita di una batteria scarica ha densità di 1,08
kg/l (-5°C).
Se si vuole considerare la tensione a vuoto ai morsetti come indice di carica, la batteria deve essere a riposo da almeno 6 ore, il voltmetro deve essere a bassissimo assorbimento, la temperatura deve essere di circa 25°C e allora da un valore di più di 12,6 V di batteria carica, si scende a 12,2 V a metà carica, fino a meno di 11,7 V per batteria scarica.
Le batterie attuali necessitano di poca o addirittura di nessuna manutenzione, tuttavia qualche controllo periodico consente di prolungarne la vita.
L'ossido che talvolta si forma sui morsetti (polvere di colore verdognolo) si elimina versando acqua calda; vanno poi staccati i morsetti (sempre prima il negativo) e puliti con spazzola metallica, prima di trattarli con il grasso specifico.
Lo sporco e l'umidità sulla parte superiore della batteria vanno rimossi per evitare dispersioni di corrente; se necessario e possibile (sono sempre più diffuse le batterie sigillate), si deve rabboccare con acqua distillata l'elettrolita in ogni cella fino al livello previsto dal costruttore; mai aggiungere acido.
Lo stato d'efficienza può essere controllato tramite idrometro, che misura la densità dell'elettrolita, se la batteria non è sigillata: però va fatta attenzione perché l'elettrolita è altamente corrosivo e può nuocere agli occhi.
ln un elemento completamente carico la densità dell'elettrolita è di 1,28, è da caricare se è pari a 1,20.
Un altro sistema per valutare lo stato di carica è la misura della tensione: un accumulatore completamente carico ha tensione tra 12,6 e 12,8 V a motore spento e servizi disinseriti, mentre è necessaria la ricarica quando la tensione a
vuoto scende a 12,2 V.
La batteria inutilizzata si scarica leggermente ogni giorno (autoscarica) e pertanto in caso d'inattività va ricaricata ogni 3/4 mesi: mai lasciarla scaricare del tutto, per evitare danneggiamenti irreversibili.